di Renata Bueno (*)
L’Europa vive un momento decisivo. La guerra in Ucraina ha messo in luce la fragilità della dipendenza energetica del continente dalla Russia; il Green Deal europeo impone obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione entro il 2050; e la pressione inflazionistica dei combustibili fossili penalizza famiglie e imprese. In questo contesto, il Brasile non è soltanto un partner commerciale: è la soluzione più immediata, scalabile e sostenibile che l’Europa ha davanti a sé.
Il Brasile è già il secondo maggiore produttore mondiale di biocarburanti (dietro soltanto agli Stati Uniti) e il maggiore esportatore di etanolo da canna da zucchero. Produciamo etanolo con una produttività otto volte superiore a quella del mais statunitense e con un’impronta di carbonio fino al 90% inferior

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